“Lingua dei segni, società, diritti”

ROMA. È stato presentato giovedì 19 maggio 2016, presso la Sala Conferenze dell’Istituto Statale per Sordi di Roma (Via Nomentana, 56), il libro “Lingua dei segni, società, diritti”, recentemente uscito per la collana “I Tascabili” di Carocci Editore, curato da Benedetta Marziale, coordinatrice dello Sportello di Informazione e Consulenza dell’Istituto Statale per Sordi di Roma e Virginia Volterra, associata all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR.

Alla presentazione hanno partecipato alcune autorevoli figure della cultura nazionale. Sullo sfondo del dibattito in corso ormai da parecchi anni riguardante il possibile riconoscimento giuridico della LIS (Lingua Italiana dei Segni), alcuni autori sordi ed udenti affrontano, nel volume, aspetti diversi e complementari, dalla ricerca linguistica (Virginia Volterra) alle neuroscienze (Francesco Pavani), dal modello bilingue (Valentina Foa, Gabriele Gianfreda, Barbara Pennacchi) alla costruzione sociale della sordità (Sara Trovato), dall’autodeterminazione (Vanessa Migliosi) ai diritti umani ed alle minoranze linguistiche (Benedetta Marziale).

La presentazione è stata introdotta dal professore Ivano Spano, docente dell’Università di Padova e commissario straordinario dell’Istituto Statale per Sordi di Roma, col quale Ierfop Onlus (Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale) ha stipulato un protocollo d’intesa mirato all’attivazione, sull’intero territorio nazionale, di un programma di attività per l’istruzione e l’integrazione socio-economica dei disabili sensoriali (ciechi e sordi).

I lavori sono stati coordinati da Luca Des Dorides (responsabile della mediateca dell’Istituto Statale per Sordi di Roma), con la partecipazione oltreché di alcuni degli autori citati, anche di Tullio De Mauro, professore emerito all’Università La Sapienza di Roma, già ministro della Pubblica Istruzione, Renato Rordorf, presidente aggiunto della Corte di Cassazione, Serena Corazza, docente dell’Università di Trieste e Maria Cristina Caselli, dirigente di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma.

Inclusione scolastica: istruzioni per l’anno 2016-2017

Nei prossimi giorni occorrerà rinnovare le richieste delle risorse per l’inclusione degli alunni e studenti con disabilità, in vista dell’anno scolastico 2016-2017.

Ogni anno, entro maggio, primi di giugno, occorre rinnovare le richieste delle risorse per l’inclusione dell’anno scolastico successivo, tramite un incontro del GLHO (Gruppo di Lavoro Handicap Operativo), composto da tutti i docenti della classe, dalla famiglia e dagli operatori sociosanitari (dell’ASL o di un centro convenzionato) che seguono il singolo alunno.
Durante tale incontro viene formulato un abbozzo di PEI (Piano Educativo Individualizzato) per l’anno successive in cui vengono indicate le risorse che il Dirigente Scolastico deve richiedere ai diversi destinatari.

Vediamo nel dettaglio quali sono le richieste che i Dirigenti Scolastici dovranno porre agli Uffici Scolastici Regionali, ai vari Enti Locali e alle ASL.

All’Ufficio Scolastico Regionale, quindi, il Dirigente Scolastico dovrà richiedere:
° il tetto massimo di 20/22 alunni per la costituzione delle prime classi e per quelle ad esse successive (Decreto del Presidente della Repubblica-DPR 81/09);
° il numero di ore di sostegno pari a una cattedra completa, per i casi di alunni con gravità certificata ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92, specie se si tratta di alunni con disabilità intellettiva, relazionale e/o sensoriale;
° il numero di ore di sostegno pari mediamente a mezza cattedra d’insegnamento per gli alunni con disabilità certificata ai sensi dell’articolo 3, comma 1 della citata Legge 104/92;
° l’assistenza igienica, ove necessaria, da assegnare a collaboratori e collaboratrici scolastiche (ex bidelli) che, se non formati, sono obbligati a seguire un corso di aggiornamento di circa 40 ore a spese dell’Ufficio Scolastico Regionale, acquisendo in tal modo il diritto a un aumento di stipendio forfettario di circa 1.000 euro all’anno.

Altri destinatari, poi, sono il Comune o il Comune Capofila in caso di Piani di Zona, per le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e la Regione o gli Enti da essa designati (ad esempio le Città Metropolitane o i Consorzi di Comuni) per le scuole secondarie di secondo grado. Qui dovranno essere richieste:
° l’eliminazione delle barriere architettoniche e senso-percettive, ove necessario;
° il trasporto gratuito a scuola;
° l’assegnazione di un numero di ore di assistenti per l’autonomia e la comunicazione (per le disabilità sensoriali è competente la Regione per le scuole di ogni ordine e grado);
° l’assegnazione di ausili o sussidi anche informatici, a meno che non esista nel proprio CTS (Centro Territoriale di Supporto) un Centro Ausili che li conceda in prestito.

L’ultimo destinatario, infine, è l’ASL (Azienda Sanitari Locale), per:
° la certificazione di disabilità e la Diagnosi Funzionale da far pervenire alla famiglia che la consegnerà a scuola in tempo utile per le iscrizioni, se già non consegnate negli anni precedenti;
° l’eventuale nomina di un infermiere per la somministrazione di farmaci, l’alimentazione PEG [gastrostomia endoscopica percutanea, ovvero il sondino per l’alimentazione dall’esterno, N.d.R.], l’imboccamento particolare o il cateterismo vescicale intermittente, quando il medico curante abbia stabilito trattarsi di operazioni che possono essere svolte esclusivamente da personale sanitario professionale.

Pertanto è necessario che le singole famiglie, o meglio ancora le Associazioni che le rappresentano, si informino, per conoscere presso la Regione (Assessorato alla Scuola o ai Servizi Sociali):
– se siano sufficienti le certificazioni di riconoscimento di handicap rilasciate dalla Commissione Medico-Legale ai sensi della Legge 104/92 integrata dal medico INPS, oppure se servano altre certificazioni di riconoscimento di alunno con disabilità ai fini scolastici, rilasciate da Commissioni ASL indicate dalla Regione stessa;
– se quest’ultima abbia mantenuto presso di sé o assegnato ad altri Enti Locali – ed eventualmente quali – le competenze di trasporto e assistenza per l’autonomia e la comunicazione, che fino ad ora facevano capo alle Province. Se inoltre siano stati conseguentemente assegnati i fondi necessari e a quale Ente, e se siano state bandite le apposite gare di appalto in modo che i servizi possano iniziare a settembre evitando così il rischio di denunce per interruzione di pubblico servizio.

Fonte: Inclusione scolastica: istruzioni e modalità d’uso

Imparare il Braille giocando

Braille Bricks è il primo gioco di mattoni colorati, simile ai Lego,  che permette di imparare  giocando ai bambini  ipovedenti, non vedenti ed a tutti coloro che vogliono cimentarsi con questo nuovo gioco.

Come funziona? Ogni piccolo mattoncino, di differente colore, è caratterizzato da una superficie in rilievo su cui sono riportate le lettere dell’alfabeto nel linguaggio Braille, utilizzato dai non vedenti per comunicare.
In questo modo il bambino può imparare non solo le lettere, ma anche a comporre parole e frasi in modo semplice e divertente.
I mattoni in braille è un esperimento che trasforma i mattoni giocattolo in uno strumento in grado di favorire la creatività, aiutare i bambini non vedenti ad imparare a leggere e scrivere.

L’idea è di una fondazione brasiliana, Dorina Nowill, che si interessa dell’inclusione sociale dei bambini non vedenti, e di una agenzia di comunicazione brasiliana, la Lew’Lara\TBWA.
Al momento il progetto è stato introdotto solo per 300 studenti di San Paolo ma l’obiettivo è di estendere l’iniziativa per incoraggiare l’inclusione dei bambini con o senza disabilità visiva.

Per info Braille Bricks

Progetto TUTTI A ISCOL@ – Laboratorio didattico innovativo

Hanno preso il via le lezioni del laboratorio ‪#‎WebWithoutWalls‬ relativo al progetto Tutti a Iscol@. Il corso, in collaborazione con ‪#‎Flosslab ‬permetterà agli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore G. Brotzu di creare un’‪#‎APP‬.

Il Laboratorio Didattico Innovativo ha lo scopo di arricchire il curriculum scolastico attraverso l’aspetto innovativo degli strumenti e attraverso l’aspetto ludico. Inoltre offre la possibilità di vivere la permanenza a scuola in chiave positiva, basandosi sull’interesse degli studenti per le nuove tecnologie, tecnologie applicate alla didattica come strumento per la lotta alla dispersione scolastica.